Noia in quarantena, impariamo a non averne paura

Quanti di noi si staranno annoiando in questo momento? Probabilmente la maggior parte. Sicuramente tanti. Del resto, è inevitabile annoiarsi in una situazione come quella che stiamo vivendo: chiusi in casa, lontano dai nostri affetti, privati delle nostre abitudini. Tutto questo genera apatia, irrequietezza e tante altre emozioni spiacevoli che preferiremmo non provare. Chi vive uno stato di noia sperimenta un vissuto di sospensione psicologica che limita la percezione di se stesso, degli altri e del mondo; chi si annoia sente di non “aver nulla da fare”, ma allo stesso tempo crede che nulla di ciò che potrebbe fare meriti lo sforzo necessario a farlo. La maggior parte di noi reagisce rifugiandosi in attività in realtà poco gratificanti ma capaci di interrompere in qualche modo la percezione del tempo che scorre lentamente: tv, social-network, videogiochi, attività che possono assumere il carattere della compulsività ed innescare dipendenze. Pensateci bene, perché siamo così dipendenti dagli smartphone? Proprio perché ci permettono in ogni momento di evitare la noia.

La noia non è inutile

L’uomo moderno respinge la noia con tutte le sue forze: essa è un’emozione che si cerca di evitare e che sembra non portare a nulla, ma non è così, anzi! I momenti di noia sono necessari per metabolizzare le esperienze fatte, le informazioni raccolte nel corso della giornata, oltre che per scovare nuove idee e riflettere.  Essa è fondamentale soprattutto durante la crescita, perché è attraverso la noia che nasce la creatività e che si comprende se stessi e il mondo. Il tempo vuoto ci permette di rivolgere l’attenzione all’interno invece che all’esterno, conoscendoci meglio.

Le persone intelligenti si annoiano di meno

Un’ interessante ricerca pubblicata sul Journal of Health Psychology, afferma che le persone con un quoziente intellettivo (QI) più elevato si annoiano meno facilmente. Si è visto come le persone intelligenti siano maggiormente in grado di tollerare il tempo vuoto perché per loro tale non è: sono in grado di riempirlo guardandosi dentro, coltivando passioni, approfondendo la conoscenza delle cose e molto altro. Stare da soli senza impegni viene quindi vissuta come una risorsa, non come causa di un vissuto negativo.

Cosa fare?

Insomma, della noia non dobbiamo aver paura, non dobbiamo cercare in tutti i modi di evitarla occupando il tempo con attività che ci stordiscono al punto da non accorgerci del tempo che passa (es. videogiochi, social network, ecc.). Il rischio è quello di riempirsi la testa di stimoli virtuali e di informazioni, spesso false, che suscitano ansia e affaticano la mente.

Accogliamola, invece, e proviamo ad ascoltarla a vedere dove ci conduce. Forse a provare qualcosa di nuovo, o al contrario a consolidare qualcosa che non riuscivamo a fare quanto avremmo voluto. Sicuramente troveremo attività più interessanti con cui riempire il tempo vuoto e usciremo da questa quarantena un po’ migliori di prima.