Da quando l’emergenza sanitaria ha avuto inizio e ci ha costretti all’isolamento sociale, il web è colmo di immagini e vignette divertenti che alludono a come molte persone si scopriranno notevolmente aumentate di peso al termine della quarantena. Prendere qualche chilo rappresenta sicuramente un danno minore, nulla di cui preoccuparsi troppo, ma bisogna riconoscere che, in effetti, controllare l’alimentazione in questo periodo può risultare particolarmente difficile per molti.

Il cibo è una valvola di sfogo sempre a portata di mano. Molte persone sono solite allentare la tensione attraverso meccanismi che hanno a che fare con attività orali, come bere, fumare e mangiare; nel caso di quest’ultima, può servire ad allontanare un’emozione negativa attraverso l’assunzione compensatoria di cibo. In altri casi, come ad esempio avviene dei disturbi alimentari come l’anoressia, il controllo eccessivo esercitato sull’assunzione di cibo diventa un modo per controllare situazioni altrimenti incontrollabili.

Nella situazione che ci troviamo a vivere, la mancanza delle attività ricreative e gratificanti alle quali eravamo abituati, ci spinge a cercare soddisfacimento nel cibo, che spesso diventa un antidoto al vuoto che avvertiamo più che una risposta allo stimolo della fame; allo stesso tempo, possiamo sentire il bisogno di controllare ciò che ci è permesso controllare, come ad esempio le calorie, per ovviare alla mancanza di controllo che avvertiamo relativamente all’emergenza in atto.

Come possiamo evitarlo?

  • Innanzitutto, cerchiamo di ascoltarci e di capire cos’ha portato ad un cambiamento nelle nostre abitudini alimentari. In quali momenti ci sembra di mangiare di più del solito? Cosa siamo soliti mangiare? Cos’è cambiato rispetto a prima? Riusciamo a riconoscere un’emozione prevalente che precede l’atto alimentare? Come ci sentiamo dopo?
  • Nella maggior parte dei casi, ci alimentiamo senza prestare attenzione all’atto in sé, ma vagando con la mente e impegnandoci in altre attività. Questo fa sì che il cibo diventi una valvola di sfogo, che non fornisce piacere in sé, ma contribuisce a placare emozioni negative.
  • Prestiamo attenzione alla qualità di ciò che mangiamo, ricordandoci che le sostanze nutritive presenti negli alimenti influenzano la nostra fisiologia e, quindi, anche il nostro Non è vero che solo il cibo spazzatura e i dolci portano ad un miglioramento dell’umore, anzi, spesso all’assunzione di tali cibi fa seguito il senso di colpa che non è affatto un’emozione positiva.
  • Anche l’occhio vuole la sua parte. L’effetto benefico di molti alimenti parte dalla vista ed è legata alla varietà di colori che mettiamo in tavola. Se ci pensate, dolci e alimenti poco salutari hanno tutti colori simili e spenti. Alimenti con colori vivaci e odori gradevoli ci aiutano a rallegrare i diversi momenti della giornata e ci fanno sentire fisicamente meglio.

Oltre a curare l’alimentazione, è necessario praticare un’adeguata attività fisica che mantenga attivo il metabolismo e vi aiuti a sentirvi in sintonia con il vostro corpo.
Paola Mazzardi
Psicologa ed insegnante a Spazio Danzarte
iscritta Albo n° 03/16622

VAI AL MIO SITO